Si chiama ‘Francesina’ la ricetta che vi proponiamo oggi. E, anche se il nome può trarre in inganno, non ha niente a che vedere con l’‘haute cuisine’ dei cugini d’Oltralpe, ma è un piatto tipico della tradizione toscana.
Quale sia l’origine del nome non è dato di sapere con certezza.
C’è chi dice che, visto l’uso abbondante di cipolla che caratterizza il piatto, si sia voluta richiamare la cucina francese, che proprio di questo ingrediente fa un uso massiccio, rendendo allo stesso tempo più raffinato e patinato uno dei piatti più antichi della cucina del riciclo.
Fatto sta che la ‘Francesina’ o più semplicemente ‘lesso rifatto’ trasforma il bollito dall’aspetto un po’ tristanzuolo, magari dopo che è rimasto un paio di giorni di frigorifero, in un piatto così gustoso da leccarsi i baffi.
La ‘Francesina’ è stata anche protagonista, qualche giorno fa, di Autumnia, la fiera dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente, che si tiene da vent’anni a questa parte a Figline Valdarno, in provincia di Firenze.
Quest’anno, nella sua area cooking, Autumnia ha infatti ospitato un singolare evento dedicato allo spreco alimentare, tema dominante di questa edizione, e che ha visto sfidarsi ai fornelli gli amministratori di Figline Incisa e quelli di San Giovanni.
Gli assessori e i sindaci delle due cittadine, una volta indossato il grembiule di ordinanza, hanno dato così vita alla singolare competizione a colpi di mescoli e cucchiai.
La squadra ‘targata’ San Giovanni, capitanata dal sindaco Maurizio Viligiardi, ha vinto con la Pappa al pomodoro, mentre il team di Figline, guidato dalla sindaca Giulia Mugnai ha preparato la migliore Francesina.
Quindi, la sfida si è conclusa in parità e, c’è da giurarci, con una ‘sbicchierata’, come dicono in Toscana, collettiva.
Ecco dunque la ricetta della Francesina.
A dire il vero, ci sono diverse versioni che comunque differiscono di poco. Vi propongo quella che mi ha dato una nonna toscana doc e cuoca più che provetta.
Ingredienti
- Avanzi di lesso bollito
- Cipolle (preferibilmente rosse) dello stesso peso della carne a crudo
- Salsa di pomodoro o pelati (250/300 gr. circa per ogni 500 gr. di carne)
- Brodo di manzo (in mancanza va bene anche il brodo di dado)
- Olio
- Sale
- Pepe
Preparazione:
Tagliare la cipolla, anche grossolanamente, e metterla in una padella con l’olio. Fate appassire a fuoco basso, aggiungendo al bisogno qualche cucchiaio di brodo, fino a quando le cipolle non diventano trasparenti.
Quindi salate e aggiungete la salsa di pomodoro (o i pelati spezzettati )e fate cuocere per 5/10 minuti a fuoco medio. Se la salsa dovesse seccarsi troppo, aggiungete qualche cucchiaio di brodo. Quindi versate nella salsa il bollito tagliato a pezzi, pepate a piacere, aggiustate di sale se ce n’è bisogno e fate andare “fino a quando la carne – mi ha detto nonna Giovanna – si sfa”, senza mescolare ma smuovendo di tanto in tanto la padella in modo che il tutto non si attacchi.
Da gustare con il pane o anche con la polenta rimasta, abbrustolita al forno o fritta.
E via di scarpetta.
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