Sapete quanta frutta e verdura dovrebbe essere buttata a fine giornata per ogni mercato rionale scoperto di Milano? Almeno 100 chili. E siccome i mercati sono in tutto 87, più o meno altrettanti sono i quintali di alimenti che rischierebbero di finire nei bidoni. Ortaggi non più vendibili per legge magari solo perché brutti o un po’ ammaccati. Un vero e proprio peccato!
Per ovviare allo spreco, nel 2014, è nato nel capoluogo meneghino il progetto Recup, ora anche nome dell’associazione che si è costituita da qualche mese. Obiettivo: ridurre lo spreco alimentare e ridare dignità al cibo e alle tante persone indigenti che spesso vediamo frugare nella spazzatura alla ricerca di qualcosa da mangiare. Ma come funziona Recup e chi vi partecipa?
I volontari di Recup e le persone interessate a portarsi a casa gli alimenti si organizzano attraverso un gruppo su WhatsApp per dividersi le incombenze e per darsi appuntamento. Poi, tutto avviene direttamente nei mercati all’orario di chiusura grazie alla collaborazione di una trentina di volontari, dei commercianti, che nella stragrande maggioranza hanno aderito all’iniziativa, e delle stesse persone che si portano via la frutta o gli ortaggi.
I volontari di Recup arrivano nel punto d’incontro, muniti di carrelli e cassette, e sistemano il loro banchetto. A chi partecipa per la prima volta viene spiegato il progetto e, appena assegnati i compiti, si procede con il ritiro dell’invenduto che viene selezionato e ripulito e, quindi, suddiviso per tipologia e infine sistemato nelle cassette. Si procede dunque alla raccolta differenziata per lasciare tutto in ordine e permettere all’Amsa di raccogliere gli scarti non più recuperabili.
“Non è un progetto di carità, – spiega Federica Canaparo, tra le fondatrici dell’iniziativa e componente del direttivo dell’associazione – . Ogni persona che prende qualcosa aiuta attivamente e ha un suo ruolo. Superate le prime diffidenze, il riscontro da parte dei commercianti è stato buono. Tanto è vero che anche alcuni bar o panetterie delle zone nelle quali operiamo hanno deciso di regalarci gli alimenti che non potrebbero più vendere per essere ridistribuiti”.
Recup è sempre alla ricerca di volontari e, ora, anche di una sede per ampliare le attività e avviare altri progetti. Come, ad esempio, laboratori per i bambini incentrati proprio sullo spreco alimentare.
Business sostenibile
Dicembre 1, 2017