Fino ad oggi mi ero limitata a gettare con sufficienza i fondi di caffè nella compostiera oppure alla base di qualche vaso di fiori, sperando di dare a loro, come a me quando bevo il caffè, un po’ di energia in più. Ma da quando ho scoperto che sui fondi di caffè si possono allevare funghi, per giunta buoni e nutrienti, quel mio gesto è diventato più consapevole e quando ordino una tazzina di caffè al bar mi fa piacere immaginare che lo scarto prodotto possa creare nuova vita e nuova energia.
E’ proprio così la Funghi Espresso ci è riuscita: ritira i fondi di caffè dai bar della zona in cui opera e ci ‘semina’ i funghi, perché quello che in apparenza può sembrare uno scarto in verità è un substrato perfetto per la coltivazione dei funghi, ricco di minerali e sostanze nutritive. I risultati, così come i raccolti, sono sorprendenti, tanto che sono riusciti a realizzare e commercializzare dei piccoli ‘kit’ in barattolo o in scatola, grazie ai quali con alcune semplici mosse, in circa dieci giorni, ciascuno di noi può produrre funghi in casa propria.
Ma se non vi accontentante di una piccola scatola, disponete di spazio e volete avviare una piccola coltivazione di funghi, non ci sono problemi, la Funghi Espresso vi fornisce tutto il materiale necessario e volendo potrete frequentare anche dei corsi per l’avviamento di questa attività.
[caption id="attachment_1134" align="alignright" width="1024"] Luogo produzione Funghi Espresso[/caption]
Niente di improvvisato o di sperimentale, la Funghi Espresso è ormai una realtà super collaudata il cui percorso ha avuto inizio nel 2013 quando Rossano Ercolini, coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori, aprì il caso studio sul riutilizzo dei fondi di caffè in agricoltura. Antonio di Giovanni, agronomo ed esperto di rifiuti organici, nonché fondatore insieme all’architetto ed ecodesigner Vincenzo Sangiovanni della Funghi Easpresso, collaborò in quell’occasione con il Centro Ricerca e da allora non ha mai smesso di pensare che da quel progetto potesse scaturire un futuro imprenditoriale.
Antonio ha avuto ragione e oggi la Funghi Espresso è un esempio concreto di economia circolare che si autoalimenta, non produce scarti ma nuovi posti di lavoro a livello locale. Se non ci credete date uno sguardo a questo loro filmato su ‘I rifiuti non esistono’.
Ma i funghi coltivati sui fondi di caffè, oltre ad essere prodotti in modo sostenibile e naturale, con impatto ambientale pari a zero, sono anche gustosi da mangiare e possono contribuire davvero ad un’alimentazione sana ed equilibrata. “Sono belli da vedere e buoni da mangiare” - spiega Antonio - “Da analisi effettuate sul prodotto fresco abbiamo riscontrato che i nostri funghi contengono 8 gr di proteine per 100 gr di prodotto e 4 gr di fibre, senza grassi e zuccheri. Inoltre, da altre ricerche effettuate, abbiamo scoperto che i funghi crescendo sul fondo di caffè assorbono oltre alle sostanze minerali anche i polifenoli come l'acido clorogenico, con effetti immunostimolante, epatoprotettive, antifiammatorie”.
Che siano buoni lo attestano anche i vari chef che li utilizzano. “Sì, effettivamente hanno destato molta curiosità - afferma Di Giovanni - per esempio lo chef vegan Marco Vitale, sta realizzando ottime ricette a base di funghi nati sui fondi di caffè e forse la più curiosa è la ricetta della moka”.
Dal Pleurotus ostreatus, detto anche fungo ostrica per la sua forma elegante che si presta alla preparazione di contorni, al Pleurotus djamor, o fungo dell’amore, dall’inconfondibile colore rosa che dà aroma e originalità ad ogni piatto, oppure al Pleurotus cornucopiae, dal colore giallo e dal sapore delicato che si sposa perfettamente nelle ricette a base di pesce. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Buon appetito!
Business sostenibile
Febbraio 21, 2018