Negli Stati Uniti, Denali - società specializzata nella trasformazione di sostanze organiche e in particolare nella produzione di compost attraverso gli scarti alimentari - ha predisposto un prodotto ad hoc per il mercato retail ottenuto proprio con le eccedenze. ReCirculate è il nome della nuova referenza che sarà prossimamente in vendita. Un compost prodotto con scarti alimentari che la società ha cominciato a raccogliere lo scorso luglio in oltre 1.400 punti vendita Walmart (il più grande rivenditore di generi alimentari degli Stati Uniti) e in quelli Sam's Club in 16 diversi mercati, tra cui quelli di Dallas, Houston, Indianapolis, Philadelphia e Washington, D.C.
Sarà la stessa insegna Walmart a rifornire i reparti giardinaggio di almeno 600 negozi del proprio network con lo speciale compost, venduto a circa 7 dollari per ogni sacco. Si tratta della prima esperienza di questo tipo avviata negli Stati Uniti.
Il de-confezionamento, nuova tecnologia alleata dell'economia circolare
Denali collabora con rivenditori, tra i quali Walmart, facendo ricerca nel campo dell'economia circolare L’ultima novità frutto delle partnership attivate è un'innovativa tecnologia di de-confezionamento che consente di recuperare il cibo non più vendibile dal packaging nel quale è conservato, sia questo una scatola di cartone, una lattina di metallo, un contenitore di plastica o altro genere di involucro.
Riuscendo a separare il cibo invenduto dall'imballaggio si può alimentare un flusso pulito di materiali da convertire in prodotti utili come compost, terreno, fertilizzanti ed energia rinnovabile. Il de-confezionamento offre la possibilità di massimizzare il recupero del cibo rimasto nei punti vendita e prossimo alla scadenza, o anche già scaduto, riducendo le quantità di rifiuti da conferire alla discarica.
Walmart dimezzerà lo spreco alimentare nei punti vendita entro il 2030
Tra le aziende firmatarie dello U.S. Food Waste Pact - accordo volontario incentrato sulla riduzione degli sprechi coordinato dall'organizzazione non-profit ReFed e dal World Wildlife Fund - Walmart si è impegnato a ridurre del 50% lo spreco alimentare generato dai suoi negozi entro il 2030, rispetto al valore di riferimento del 2016. Ad oggi ha raggiunto la quota del 12% con azioni che includono, tra l’altro, la trasformazione del pane scaduto in crostini usati per le diverse preparazioni o il riciclo del pollo arrosto avanzato nelle insalate. L’insegna sta anche conducendo ricerche per ridurre la quantità di metano generata dai materiali organici, nella fase di stoccaggio prima di essere inviati alle discariche, elaborandoli in modi diversi da quelli sin qui utilizzati. Ad oggi, la società risparmia alle discariche oltre il 780% di tutti i suoi rifiuti.
Walmart è il primo rivenditore a utilizzare la tecnologia di depackaging di Denali, Zero De-Pack, che rende più semplice per i negozi separare gli alimenti dalle scatole di cartone, dalle lattine di metallo, dai contenitori di plastica e dagli involucri in cui sono contenuti. I due marchi collaborano da due anni.
"È bello vedere partnership sul fronte del riciclaggio degli alimenti - ha affermato Jackie Suggitt, vicepresidente delle iniziative imprenditoriali e del coinvolgimento della comunità presso ReFed -. Molti negozi di alimentari utilizzano tecnologia e buone pratiche per prevenire innanzitutto gli sprechi, ma avremo sempre cibo che richiederà attenzione alla fine del suo ciclo di vita”.
Nel 2023, Denali ha raccolto e riciclato 7 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, trasformandoli in mangime per animali, biodiesel, compost, pacciame e terreno. Tra i suoi clienti figurano stadi, hotel, impianti di produzione alimentare e rivenditori al dettaglio. La società stima che il proprio impegno nella raccolta di eccedenze o scarti alimentari possa corrispondere alla circolazione di 100.000 auto a gas in meno sulle strade per un anno intero.
Usa: persi ogni anno 3,6 mld di dollari con il cibo invenduto
Negli Usa, ogni anno, prodotti avariati, carni e latticini scaduti, pane e bevande scaduti e altri alimenti invenduti dai rivenditori di generi alimentari generano circa 4,4 milioni di tonnellate di spreco. Almeno la metà di questi materiali organici finisce nelle discariche, dove contribuisce all'aumento delle emissioni di metano. L’impatto economico che ne consegue: una perdita di circa 3,6 miliardi di dollari.
Ma quanto cibo sprecano gli americani ogni anno? Va detto che, su questo fronte, gli Stati Uniti hanno un triste primato nel confronto con altri Paesi. Se per tutto il pianeta si calcola la quantità complessiva di circa 2,5 miliardi di tonnellate, per gli Usa si arriva a 60 milioni di tonnellate. E si stima che questa quantità si avvicini al 40% dell'intera fornitura alimentare del Paese. Ben 147 kg di spreco procapite. È come se ogni persona nell'America del nord gettasse 975 mele di medie dimensioni direttamente nelle discariche.
Il cibo è, inoltre, il componente che occupa la maggior quantità di spazio nelle discariche degli Stati Uniti, rappresentando il 22% dei rifiuti solidi urbani.
Starbucks e il programma di donazioni FoodShare
Moltissime, anche negli Stati Uniti, le aziende attive sul fronte del contrasto allo spreco alimentare. Tra queste, Starbucks - da qualche anno presente con suoi punti vendita anche in Italia - ha recentemente aderito al Food Waste Pact, accordo volontario tra aziende che si impegnano a ridurre gli sprechi coordinato dall'organizzazione non-profit ReFed e dal World Wildlife Fund. Il Patto - cui aderiscono anche Ahold Delhaize, Aldi, Albertsons, Amazon Fresh, Kroger, Walmart e Whole Foods - richiede alle organizzazioni di stabilire un obiettivo di riduzione dello spreco alimentare, di monitorare le proprie attività e di riferire regolarmente sui progressi ottenuti.
Starbucks Coffee Company è il secondo Quick Service Restaurant ad aderire al Food Waste Pact. La società opera attraverso il proprio programma di donazioni, FoodShare. Avviato nel 2016, il programma ha "salvato" oltre 34.000.000 di kg di cibo dalla discarica trasformandolo in oltre 63 milioni di pasti che sono stati donati a famiglie e mense caritatevoli.
Phoenix, in Arizona, adotta un dispositivo intelligente per diventare zero waste
Altra esperienza degna di nota è quella della città di Phoenix. Con la collaborazione di Mill - azienda che ha inventato un pluripremiato sistema di riciclaggio alimentare - e l'operatore R. City si sta organizzando per affrontare il problema dello spreco alimentare casalingo grazie a un dispositivo intelligente. Un’iniziativa che vuole dimezzare i 9,5 miliardi di dollari di cibo che ogni anno finiscono nelle discariche dell’Arizona, Stato che in fatto di spreco alimentare è il peggiore esempio di tutti gli Stati Uniti.
Il sistema inventato da Mill aiuta la prevenzione del fenomeno nelle case utilizzando il pluripremiato riciclatore alimentare: un dispositivo per la cucina che asciuga e disidrata silenziosamente e senza creare odori sgradevoli gli scarti alimentari trasformandoli in un materiale ricco di sostanze nutritive che ricorda i fondi di caffè. I riciclatori di cibo sono distribuiti alle famiglie su richiesta e sono anche stati collocati negli edifici del governo locale. I fondi lavorati da questi dispositivi vengono raccolti dall'operatore R.City e utilizzati per concimare il terreno locale e coltivare ortaggi per la comunità di Phoenix.
Secondo un recente sondaggio condotto da Mill su 1.300 famiglie, quasi il 50% ha dichiarato di sprecare meno cibo dopo che si è dotata del riciclatore alimentare. Dal momento che la famiglia americana media ogni anno fa finire nella spazzatura l'equivalente di 3.000 dollari in cibo, anche una modesta riduzione del fenomeno rappresenta un fatto auspicabile e importante. Gli strumenti di misurazione di cui i riciclatori sono dotati, inoltre, consentono di cambiare il comportamento e possono aiutare a monitorare i progressi verso l'obiettivo della città di deviare il 50% dello spreco alimentare dalle discariche entro il 2030.