Circa due anni fa, il Comune di Milano, Politecnico e Assolombarda avevano firmato un protocollo d'intesa denominato “Milano Zero Sprechi”. L’obiettivo era ed è trasformare il capoluogo lombardo in una città nella quale si combatte il fenomeno dello spreco alimentare e si attuano buone pratiche. Una di queste è un modello virtuoso di circuito corto per la raccolta e ridistribuzione delle eccedenze alimentari che si baserà su un sistema di hub di quartiere.
Il primo di questi punti di raccolta di prossimità (debitamente attrezzato) è operativo da lunedì 14 (giorno della sua inaugurazione ufficiale) e si trova nel quartiere Isola, nel nono Municipio, in uno spazio demaniale. Convergerà in questo luogo, trasportato da un furgone dotato di cella coibentata, il cibo fresco o secco proveniente da 15 supermercati e quattro mense aziendali che sarà poi distribuito a un gruppo di Onlus concordate.
I diversi firmatari dell’intesa hanno nel progetto un ruolo ovviamente diverso. Mentre il Comune di Milano individua e mette a disposizione gli spazi per gli hub, Assolombarda si occupa del contatto con le aziende, il Politecnico monitorerà il flusso e la gestione del cibo raccolto con l’obiettivo di elaborare un modello che in un secondo tempo sia replicabile in altri quartieri della città (e non solo).
Con il suo Osservatorio Food Sustainability della School of Management, lo scorso anno il Politecnico di Milano ha presentatola sua prima ricerca sulla trasformazione sostenibile dell’agroalimentare. Un mondo del quale – a livello globale - sono protagoniste circa 400 startup agri-food che operano con obiettivi di sostenibilità, e che ha raccolto 605 milioni di finanziamenti (2018).
“Nel settore agroalimentare, innovazione e collaborazione sono gli ingredienti chiave per sistemi più sostenibili, circolari e inclusivi, in grado di ridurre lo spreco alimentare e, più in generale, puntare alla ‘trasformazione sostenibile’ delle imprese – aveva spiegato Alessandro Perego, direttore del dipartimento di Ingegneria Gestionale e responsabile scientifico dell’Osservatorio, durante il convegno “Innovazione, Collaborazione e Circolarità: i tre ingredienti per la sostenibilità del sistema agroalimentare” -. L’applicazione dei principi della circolarità nel settore richiede nuove soluzioni per prevenire e gestire le eccedenze alimentari, innovazioni di prodotto e tecnologiche, ma anche riprogettazione dei processi gestionali e logistici, fino alla riconfigurazione dell’intera supply chain e della collaborazione tra imprese e altri attori in ottica di sistema. Le startup contribuiscono in misura sempre più decisiva alla spinta innovativa, promuovendo nuovi modelli di business per la sostenibilità sociale e ambientale che attirano le imprese alla ricerca di idee per rafforzare il proprio posizionamento e rispondere alle esigenze di consumatori sempre più sensibili alle sfide sociali e ambientali”. Prima dell’estate sarà presentata la nuova edizione in una versione, fanno sapere dall’Osservatorio Food Sustainability, con un più ampio raggio d'azione