Quali progressi fanno i paesi europei in tema di lotta allo spreco alimentare? Proprio in questi giorni, l’Unione europea ha fatto il punto sulla sua politica contro lo spreco alimentare nella Eu platform on food losses and food waste. “Anche in un momento così difficile - ha detto Stella Kyriakides, commissario Eu per la salute e la sicurezza dell’alimentazione durante il forum - siamo convinti che fare fronte alla perdita e lo spreco del cibo in tutta l’Unione sia cruciale per ottenere un sistema alimentare sostenibile”. Stella Kyriakides ha invitato gli stati membri e le organizzazioni private a rendere le direttive anti-spreco alimentare parte integrante dei programmi di ripresa. “La Commissione europea - ha anche aggiunto - proporrà nuovi obiettivi per ridurre il fenomeno in tutto il territorio e una miglior comunicazione su alcuni aspetti per facilitare la comprensione dei consumatori”. Obiettivo, come da Sustainable development goals: il dimezzamento dello spreco di cibo entro il 2030.
In che modo la Eu platform on food losses and food waste supporta gli stati membri nelle loro azioni? “Tutti gli stati hanno condotto iniziative mirate ad incrementare la consapevolezza dei consumatori - ha spiegato Anne-Laure Gassin, responsabile del team che si occupa di food waste all’interno del programma Farm to Fork Strategy -. Molti hanno fatto ricorso a programmi scolastici per promuovere comportamenti corretti, qualcuno a momenti di formazione professionale”. E mentre la maggioranza ha preso iniziative per facilitare la comprensione del sistema di datazione, solo un terzo degli stati membri ha promosso l’adozione di un sistema efficace presso gli operatori del settore alimentare. Scarsa invece l’attenzione a se e quanto le iniziative adottate abbiano funzionato. Anne Laure Gassin ha fatto sapere che entro la fine dell’anno sarà pronto un dossier sulle attività sin qui svolte dalla Piattaforma europea. Dossier che è attualmente in preparazione con la raccolta delle esperienze da parte degli stati membri.
Quanto fondamentale sia la misurazione dei risultati è provato anche dalle attività svolte dal governo olandese. Il quale ha disegnato una filiera integrata food waste free all’interno della quale gli operatori possono unire le forze per sviluppare soluzioni innovative. Una filiera che opera (con campagne, iniziative e anche laboratori operativi) per indurre cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, che promuove presso le istituzioni le soluzioni legislative e gli strumenti necessari a favorire la creazione di un’economia circolare. E all’interno della quale il monitoraggio ha una funzione fondamentale, non solo per cogliere l’impatto ottenuto, ma anche per coinvolgere i diversi stakeholder, per stabilire le priorità di volta in volta più idonee, per rinnovare gli obiettivi in base alle nuove scoperte. Il programma ha obiettivi ambiziosi per ogni settore coinvolto. Prevede, tra l’altro, entro il 2030: la riduzione di 200-300 tonnellate di cibo scartato, l’incremento di 5-10 tonnellate nella re-distribuzione di quanto raccolto attraverso donazioni, la riduzione di 200-225 tonnellate nell’ambito del consumo “out of home”, di 100-150 nell’ambito del commercio, di 100-300 nella filiera di lavorazione che segue al raccolto. Quanto ai consumatori, il programma misura lo spreco in termini di quantità, monitorizza il loro comportamento individuando cosa si spreca e quali sono le categorie che sprecano maggiormente (attualmente le famiglie con bambinipiccoli), li aggiorna sul tema e i progressi fatti. Nel 2019 la quantità di cibo buttato dalle famiglie era il 29% rispetto a quanto registrato nel 2010.
Il forum è stato un momento essenziale di preparazione del UN food Systems summit che si svolgerà proprio nel corso del 2021. Sempre quest’anno, ha anche annunciato Stella Kyriakides, l’Unione europea proporrà una revisione delle regole che governano il sistema di datazione dei prodotti. E lancerà un progetto pilota: “European consumer food waste forum” che vedrà una rete di ricercatori e practitioners sviluppare una collezione di best practice basate sui dati adatte a ridurre lo spreco di cibo. Stati membri e organizzazioni del settore privato hanno testimoniato come la piattaforma e le raccomandazioni di azione europee li hanno sostenuti nella pratica quotidiana in ottica anti-spreco.
E in Italia? Da noi, la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un sistema all’avanguardia nella gestione dei ritiri dal mercato e distribuzione gratuita di prodotti ortofrutticoli freschi ai bisognosi attraverso la rete degli enti di beneficienza altrimenti destinati al macero. Attraverso la piattaforma Sir (Sistema informativo dei ritiri) si tiene traccia dei prodotti ritirati nell’ambito degli interventi Ue per la prevenzione e gestione delle crisi di mercato e si effettua il monitoraggio della quantità di alimenti donati. Il tutto avviene all’interno del progetto quadriennale Lowinfood, progetto attraverso il quale la regione potrà eventualmente accreditarsi nella Ue come modello di eccellenza nella gestione dei ritiri di mercato e re-distribuzione delle eccedenze alimentari. Da questo conseguirebbe la candidatura della piattaforma informatica regionale presso la Commissione di Bruxelles come esempio di buona pratica da diffondere in tutta l’Unione.