Lo spreco alimentare costa 290 euro annui a famiglia e (forse per questo) diventiamo più sensibili all’economia circolare

Il monitoraggio intitolato “Il caso Italia” e presentato da Ipsos proprio in occasione dell’11^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare lo scorso 5 febbraio non aveva dato buone notizie, indicando un peggioramento delle abitudini italiane rispetto allo scorso anno. A livello nazionale, lo spreco alimentare è superiore dell’8% rispetto al 2023: sprechiamo pro capite 30 kg di cibo all’anno e 2,447 kg ogni mese. Un costo, per i bilanci familiari, di 290 euro annui e un valore globale di oltre 7 miliardi e mezzo, se si considera solo per il cibo gettato nelle case  - 1 punto di PIL - e di 13,5 miliardi per la filiera agroalimentare italiana. 

Tuttavia i risultati  della ricerca EURES su economia circolare e consumi sostenibili, svolta in tutta Italia su un campione di più di 1000 famiglie per conto di 5 associazioni in difesa dei diritti dei consumatori, hanno dipinto uno scenario diverso. Le famiglie italiane sono sempre più attente ai temi legati all’ambiente, dalla mobilità al consumo sostenibili. 8 italiani su 10 considerano la sostenibilità ambientale un criterio di scelta nei comportamenti quotidiani. L’83% delle famiglie evidenzia un livello di attenzione elevato (il 29,4% “molto” e il 53,6% “abbastanza”) verso le tematiche connesse alla riduzione dello spreco alimentare e all'alimentazione sostenibile.

Una nuova cultura si afferma in modo irreversibile

Famiglie italiane più impegnate verso l'economia circolare“Uno spaccato positivo della cultura della sostenibilità e dell’economia circolare in Italia - ha detto Fabio Piacenti, presidente di Eures introducendo i dati della ricerca - Le famiglie stanno acquisendo consapevolezza. C’è attenzione tra l’altro alla riduzione dello spreco di cibo. Il quadro è positivo e la cultura si diffonde in modo irreversibile, ma c’è da fare anche non solo nei confronti dei cittadini, ma anche delle istituzioni che devono essere più attente al tema”.  

Secondo EURES, infatti, i risultati complessivamente emersi dall’indagine certificano l’affermazione di una nuova cultura della sostenibilità e del valore dell’economia circolare, soprattutto tra i giovani e nelle famiglie con figli, dove l’attenzione al futuro del pianeta diviene una responsabilità collettiva di cui farsi carico in prima persona. Per quanto riguarda, in particolare, il tema legato allo spreco alimentare,  nel 2022 secondo EURES, la quantità di cibo sprecato in Italia è stata pari a 140 kg pro capite, rispetto alla media europea di 131 kg. Lo spreco è derivato per il 76% (107 kg) dal consumo domestico e la restante parte dalla produzione primaria di alimenti, prodotti alimentari e bevande, vendita al dettaglio e ristoranti.

Troppo alti i prezzi dei prodotti sostenibili

Prodotti sfusi per una spesa più ecosostenibileLe famiglie intervistate stimano di sprecare mediamente il 10,1% del cibo acquistato. Ad ostacolare maggiormente l’adozione di comportamenti alimentari “sostenibili”, sono soprattutto i prezzi più elevati dei prodotti alimentari sostenibili. Soltanto un terzo delle famiglie invece acquista regolarmente prodotti "etici" e "sostenibili" (33,9%) o dona cibo in eccesso a familiari, amici, vicini, persone bisognose (33,3%). I principali interventi per sostenere la diffusione di comportamenti alimentari sostenibili sono indicati nella riduzione/azzeramenti delle imposte sui prodotti sostenibili (57,2%) e nella scontistica sui prodotti vicini alla scadenza (48,5%).  

Sprecare meno cibo è possibile. Fa bene alle nostre tasche e all’ambiente” ha detto Anna Rea di Adoc alla presentazione dei dati - Dobbiamo imparare a spendere bene e a ritagliare del tempo per elaborare ciò che avanziamo in modo da riutilizzarlo: la pasta del giorno prima è buonissima, il pane raffermo si può trasformare in pangrattato. Stiamo parlando di cifre da brivido: sprechiamo cibo per il valore di miliardi di euro a fronte di un miliardo di persone che soffrono la fame.  Bisogna ridurre la filiera non solo per il costo, ma per sprecare meno, da 5 a nove volte in meno”. 

Necessario un impegno forte da parte del Governo per accelerare il cambiamento 

Promossa da ADOC-Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon e UNC-Unione per la Difesa dei Consumatori e Unione Nazionale Consumatori, la ricerca, è stata svolta in tutta Italia su un campione di 1.118 famiglie considerando 5 aree tematiche: Gestione dei rifiuti; Economia circolare e consumi sostenibili, Food waste e alimentazione sostenibile, Packaging intelligente, overpackaging ed ecolabeling dei prodotti, Investimenti green e finanza sostenibile. “Fare la raccolta differenziata, spostarsi a piedi, non sprecare cibo, preferire packaging sostenibili e investire secondo criteri etici, sociali e ambientali non sono solo comportamenti virtuosi, ma veri e propri stili di vita, che i consumatori italiani adottano - o vorrebbero adottare - sempre più, per contribuire in modo significativo alla sostenibilità del nostro Paese. Rispondere a questa crescente esigenza dei consumatori richiede un impegno forte da parte del Governo per accelerare il cambiamento e agevolare la transizione verso modelli di consumo più sostenibili, adottando un approccio sia top down che bottom up: un approccio integrato, che coinvolga sia le Istituzioni e la politica che i singoli consumatori al fine di rimuovere le criticità e affrontare efficacemente le sfide ambientali attuali.” È quanto hanno congiuntamente dichiarato le 5 Associazioni dei Consumatori (ADOC, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon e UNC) come commento alla ricerca. 

 

“Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International 

Osservatorio Waste Watcher InternationalDalla “fotografia” dello spreco descritta nel Rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International era emerso, come detto, uno spreco di cibo superiore a quello conteggiato nel 2022 passando da 75 a quasi 81 grammi di cibo buttato ogni giorno pro capite nelle case italiane (80,9 grammi, per l’esattezza) e da 524,1 grammi settimanali nel 2023 a 566,3 grammi settimanali nel 2024. L’8,05% di spreco in più rispetto a un anno fa. 

Nel 2024 in Italia lo spreco alimentare costa ca 290 di euro annui a famiglia, circa 126 di euro pro capite ogni anno. Nel complesso, dai calcoli dell’Osservatorio Waste Watcher International, in Italia il fenomeno vale oltre 13 miliardi. di euro  Un dato che include lo spreco “casalingo”, oltre 7 miliardi e 445 milioni di euro, quello che prende corpo nella filiera della distribuzione, per quasi 4 miliardi euro. Molto più contenuto quello che si registra a livello industriale. 

Dove si spreca di più in base alla ricerca Ipsos? 

  • Nelle città e nei grandi Comuni (+ 8%) e meno nei piccoli centri
  • Nelle famiglie senza figli (+ 3%) 
  • Tra i consumatori a basso potere d’acquisto (+ 17%). 
  • A sud (+ 4% rispetto alla media nazionale) e meno a nord (- 6% rispetto alla media)

Il Rapporto Waste Watcher “Il caso Italia” è stato realizzato per la campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna Distal, per la direzione del professore di economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile Andrea Segrè, ordinario all’Università di Bologna, e per il coordinamento del docente Unibo Luca Falasconi. 

 

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