Dopo la legge n.166, entrata in vigore nel 2016 per contrastare lo spreco alimentare, anche la ‘doggy bag’ arriva in Parlamento. Di recente è stata infatti presentata una proposta di legge dal nome più che esplicito ‘Obbligatorietà Doggy Bag’. E sul tema c'è sempre più fermento. Come conferma anche l’incontro dedicato all’argomento dall’Università Politecnica delle Marche. Ad Ancona si sono riuniti di recente ricercatori provenienti da 30 Paesi per un confronto sull’argomento. Il tutto, alla vigilia della ‘Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare’ in calendario per il 5 febbraio con l’11a edizione, quest’anno dedicata al tema ‘Stop #foodwaste’.
Presentata dal deputato di Forza Italia Giandiego Gatta, primo firmatario della proposta, la normativa punta a incentivare nuovi stili di consumo, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi, in linea con quanto stabilito dal 12° obiettivo dell’Agenda ONU 2030. Cosa prevede? In soldoni:
La famosa ‘doggy bag’, nome proveniente dagli Stati uniti dove la pratica virtuosa è nata, è stata ribattezzata in Italia ‘Rimpiattino’. Il nome fa riferimento al progetto promosso nel 2019 da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e da Comieco (Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo di carta e cartone). L'iniziativa ha permesso di distribuire, ad oggi, 24mila ‘Rimpiattini’ agli 875 ristoranti di 22 città che hanno aderito al progetto. Obiettivo: incentivare la pratica ancora poco diffusa in Italia, nonostante la crescente consapevolezza sul tema. Secondo una indagine presentata da Fipe e Comieco, attualmente, solo il 15,5%% degli avventori italiani chiede il ‘Rimpiattino’, nonostante il 74% si dichiari a favore della possibilità di portarsi a casa il cibo rimasto. Un 22% afferma invece che la mancanza (o la presenza) dell’opportunità può fare la differenza, tanto da incidere in modo importante sulla scelta del ristorante.
A Bollate (nella foto), nel Milanese, agli alunni delle scuole primarie è stata fornita una busta termica nella quale riporre pane e frutta avanzati dal pranzo in mensa. Analogamente, nelle scuole elementari di Valsamoggia, provincia di Bologna, sono stati forniti agli alunni zainetti in cotone per portare a casa pane e frutta non mangiati. Mentre nelle primarie di Somma Lombardo, comune in provincia di Varese, la doggy bag è in materiale plastico e riciclabile. E qui i promotori si spingono anche oltre perché l’obiettivo è arrivare al recupero anche di primi e secondi, oltre a frutta, pane e yogurt, purché nel rispetto della sicurezza alimentare.
Il secondo affronta i temi della sicurezza e dello spreco alimentari e di come ridurre le relative perdite. Attraverso 'Food loss and waste – FLW' si vuole costruire un network europeo multidisciplinare, collegato con i Paesi del Mediterraneo extra-Ue. Il network intende favorire la conoscenza sul fenomeno e prevenirlo anche con l'aiuto delle tecnologie. Altre finalità: individuare come e dove le perdite e gli sprechi incidono sulla filiera ortofrutticola e valorizzare gli scarti agroalimentari attraverso pratiche di bioeconomia circolare.
Focus della Giornata la prevenzione e la riduzione degli sprechi alimentari nei diversi ambiti. Da quello domestico sino alla produzione, distribuzione e commercio di alimenti, coinvolgendo il settore della ristorazione e le mense. Uno degli obiettivi è anche fare conoscere come lo spreco possa incidere sulla salubrità dell’ambiente. Il tutto calato in un contesto che tiene conto della crisi economica, dall'inflazione, dai salari che non crescono e dall’aumento del costo della vita. Aspetti analizzati nel nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International che proprio il 5 febbraio verrà presentato. Infine, per conoscere le iniziative che animeranno la ‘Giornata Nazionale contro lo spreco’ basta collegarsi al sito dedicato. Lo spazio online è aperto a tutti coloro che vogliono raccontare la loro storia sia prima sia dopo il 5 febbraio.
Cosa prevede la proposta di legge ‘ Doggy Bag’

- L’obbligo per i ristoratori di fornire ai clienti che lo richiedono un contenitore riciclabile e riutilizzabile per portarsi a casa il cibo non consumato in loco.
- L’obbligo di fornire ai clienti informazioni sia sull’opportunità di portarsi via gli alimenti rimasti, sia sulla corretta conservazione dei cibi.
- Prevista anche la possibilità che il cliente stesso si porti da casa il contenitore.
- Sanzioni da 25 a 125 euro per gli esercenti in caso di mancato rispetto del provvedimento.
In Italia si chiama ‘Rimpiattino’

Qualche iniziativa in tema di ‘doggy bag’
In attesa che la proposta diventi legge, come già in Spagna e in Francia, molte scuole, mense e ristoranti si sono 'auto-organizzati', adottando la ‘doggy bag’ come pratica quotidiana. Nelle scuole, in particolare, l’obiettivo è duplice: ridurre gli sprechi e sensibilizzare al tema sin da bambini. Ecco qualche esempio recente, che segue l’esperienza di Milano, città apripista, che con Milano Ristorazione ha inaugurato la pratica in via sperimentale già nel 2014.
Il summit anti-spreco all’Università di Ancona
Innovazione e gestione delle perdite e degli sprechi alimentari sono stati al centro dell’evento che si è svolto presso l’università di Ancona e a cui hanno partecipato ricercatori ed esperti provenienti da 30 Paesi . Due, in particolare, i progetti discussi in altrettanti convegni: PRIMA StopMedWast e COST FoodWaStop. Il primo punta a utilizzare, in fase di confezionamento, stoccaggio e trasporto, soluzioni e trattamenti capaci di prolungare la vita della frutta, degli ortaggi e delle piante aromatiche. Il progetto prevede anche lo sviluppo di imballaggi intelligenti che dimostrino visivamente al consumatore lo stato di conservazione, la qualità e la freschezza dei vegetali.
La ‘Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare’
Istituita dalla Campagna Spreco Zero con il Ministero dell'Ambiente, la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare (il 5 febbraio) prevede una serie di iniziative su tutto il territorio. Con il tema di quest’anno, ‘Make the Difference. Stop #foodwaste’, i promotori vogliono sensibilizzare i cittadini, le scuole, le associazioni, le istituzioni e le imprese sulla necessità di intensificare la diffusione delle buone pratiche.