Il progetto Conserve trasforma lo scarto in opportunità. Quando la produzione agricola della piana di Lucca genera eccedenze alimentari o prodotti che per calibro o difetti di fattura non possono essere commercializzati, il laboratorio Conserve li recupera trasformandoli in prodotti di qualità e alimentando una filiera solidale, coinvolgendo persone fragili e investendo sulle loro capacità, custodendo allo stesso tempo saperi e tradizioni che rischiano di essere dimenticati.
C’è voluto del tempo per mettere a punto questo progetto comunitario il cui slogan è “Alimentiamo comunità recuperando risorse”, ma finalmente è decollato e oggi i prodotti Conserve si possono trovare in svariati punti vendita e mercati del territorio lucchese. E non sono prodotti qualsiasi, ma frutta e verdura strettamente legati alla specificità territoriale: dalla ‘Vellutata di Fagiolo Rosso di Lucca’ alla ‘Passata di pomodoro Canestrino di Lucca’; dalla ‘Zuppa di Cipolle Lucchesi’ ai ‘Fagioli Cannellini di San Ginese’; dai ‘Ceci Lucchesi pronti’ alla ‘Farinata Lucchese’ e molti, molti altri. Confetture, succhi, composte la gamma è variegata ed è destinata a ampliarsi ulteriormente.
L’unione fa la forza
[caption id="attachment_5908" align="alignright" width="300"] Conserve, vellutata di fagioli rossi lucchesi[/caption]Dentro a quei barattoli non c’è solo frutta e verdura, ma c’è la cultura alimentare e la biodiversità di un intero territorio. Per concretizzare il progetto è stata necessaria una forte comunità d’intenti e il coinvolgimento di istituzioni, aziende e associazioni locali.
Dalla Cartias Diocesana, vero e proprio artefice e regista dell’operazione, alla Cooperativa Sociale Calafata che opera con i soggetti fragili; dalla Cooperativa L’Unitaria, cooperativa di produttori agricoli, alla Cooperativa Rinascita; dalla Condotta Slow Food Lucca Compitese e Orti Lucchesi a Equinozio, negozio del Commercio Equo e Solidale, e infine la Cooperativa Odissea che si occupa di inclusione degli immigrati.
Tutti hanno fatto la propria parte, chi fornendo lo spazio per il laboratorio di Capannori, chi erogando le risorse economiche necessarie, chi trovando la manodopera indispensabile al funzionamento operativo del laboratori, personale specializzato in grado di educare al lavoro soggetti con fragilità, chi semplicemente, ha dato supporto in termini di idee e di sviluppo.
Ma Conserve non sarebbe stato possibile se dietro non ci fossero le aziende che lavorano la terra rispettandola, producendo prodotti locali di qualità, spesso biologici o biodinamici. Aziende agricole della Piana Lucchese, del San Ginese e del Morianese, che dalle porte di Lucca si estende lungo la valle del Serchio, fino a toccare il fertile e mite territorio di San Giuliano Terme.
Una vera e propria rete dove tutti partecipano con i propri prodotti e il proprio ‘know-how’ e dove nessuno resta indietro.
Conserve, da scarto a prodotto di qualità
Sono le parole di Marco Del Pistoia, della Cooperativa Unitaria, che segue Conserve fin dagli albori, che meglio riepilogano gli intenti che hanno spinto tutti a non mollare. “Le motivazioni principali sono state tre. Ridurre lo spreco alimentare, valorizzando gli scarti delle aziende agricole e trasformando in prodotti di qualità quelli che normalmente sono considerati rifiuti. Fare partecipare alla catena produttiva soggetti con fragilità, offrendo a persone in difficoltà una nuova opportunità di inclusione e inserimento. Infine dare alle aziende del territorio la possibilità di disporre di un laboratorio per la trasformazione dell’eccedenze di frutta e verdura, che non avrebbero potuto permettersi singolarmente”.
Se questi sono stati i presupposti di partenza, il risultato a cui Conserve mira è la qualità: “Il nostro è un laboratorio di piccole dimensioni i cui costi gestionali sono obbligatoriamente più alti, ma se i nostri prodotti hanno un costo più elevato noi in cambio vogliamo garantire una maggiore qualità. Prodotti alimentari naturali o Bio, puliti, buoni e di filiera e tracciabilità garantita, che fanno bene alla nostra salute e al nostro territorio”.