RomAmoR è un’associazione che trasforma il il cibo invenduto in pasto per i poveri. Grazie ai suoi 350 volontari, RomAmoR distribuisce ogni anno 27 mila pasti completi, realizzati proprio con il cibo che resta invenduto nei negozi, nei mercati rionali e nei supermercati convenzionati. Ogni sera c’è chi passa dai forni a ritirare ciò che è rimasto sugli scaffali o chi invece ritira le verdure in esubero dalle bancarelle dei mercati. Poi ci sono anche i cibi di prossima scadenza dei supermercati e chi più ne ha più ne metta. Perché RomAmoR non si tira indietro neppure se qualcuno offre scarpe, coperte o abiti da distribuire a chi ne ha bisogno.
Ma la sua ‘mission’ primaria resta la distribuzione dei pasti. Per quattro giorni alla settimana, sabato, domenica, lunedì e martedì, prepara nelle sue cucine panini e piatti caldi, che poi somministra ai senza tetto, ai migranti e semplicemente a chi ne ha bisogno. L’appuntamento è sotto le pensiline di alcune stazioni romane, la Tuscolana, la Ostiense e la San Pietro a rotazione. Chi li conosce, chi conta su quel pasto, sa bene dove trovarlo.
Ma partiamo dall’inizio. L’idea è venuta oltre dieci anni fa a Dino Impagliazzo, oggi da tutti conosciuto come lo ‘chef dei poveri’. Dirigente in pensione, con l’altruismo e l’amore per il prossimo nel DNA, Dino dopo avere dedicata parte della sua vita ad aiutare terremotati, carcerati e senza tetto, scopre che nelle stazioni romane soggiornano persone che spesso non hanno di cosa mangiare.
Detto fatto, inizia prima da solo, poi con qualche amico a confezionare panini e pasti che poi regala a chi vive ai margini, abbandonato ad un destino che spesso lascia lo stomaco troppo vuoto. Poi gli amici sono diventati sempre più numerosi e preparare i pasti a casa non era più sufficiente. Così i volontari di RomAmor hanno dovuto trovare una sede più adatta e mettersi in testa, oltre che il cappello di chef, il cappello di associazione Onlus, che però non percepisce nessuna convenzione e conta solo sulle proprie forze.
Dino oggi ha 89 anni, ma la forza e l’energia di un ragazzino. Di lui hanno ormai parlato un po’ tutti e noi di Riciblog non potevamo non farlo. Dice di seguire semplicemente la sua etica di cristiano e cattolico e i valori inossidabili che questa gli ha trasmesso. E’ grazie anche a lui se scopriamo che la generosità, diventata sempre più merce rara, è invece presente in moltissimi i volontari che ogni giorno sono disposti a dare il proprio aiuto a chi è semplicemente più sfortunato. E Roma, almeno per una volta, si trasforma nel luogo della carità, della condivisione e dell’amore per il prossimo.