Spreco alimentare: le iniziative a contrasto non mancano ma è ancora troppo poco. A lanciare l’allarme è l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) che, nel recente rapporto Preventing waste in Europe - Progress and challenges, rimarca la gravità del problema in Europa e chiede misure più efficaci. Una conferma del calo di attenzione verso il fenomeno arriva anche dagli Stati uniti. Un articolo del New York Times rileva come tra gli americani, soprattutto giovani, sia in netto calo l’abitudine a portarsi a casa gli avanzi rimasti dopo un pasto al ristorante. Nonostante che la cultura della doggy bag sia nata proprio lì.

Qualche dato sullo spreco alimentare
Il rapporto Prevenire gli sprechi in Europa: progressi e sfide, con un focus sullo spreco di cibo, stima che i Paesi dell’Unione abbiano generato, nel 2022, uno spreco pari a 132 chilogrammi per persona, cioè circa 59 milioni di tonnellate. Le perdite economiche sarebbero invece pari, secondo la Commissione europea a 132 miliardi annui. Responsabili del fenomeno sono per il 55% le famiglie, per il 19% le filiere produttive e per l’11% la catena di distribuzione. Numeri preoccupanti e in crescita se si pensa che nel 2020 lo spreco alimentare ammontava a meno di 128 chilogrammi per persona. Per queste ragioni, l’Agenzia europea dell’ambiente chiede che vengano adottate misure più efficaci da verificare anche attraverso il monitoraggio dei progressi fatti. L’Agenzia riconosce gli sforzi realizzati negli anni tramite campagne di sensibilizzazione, di monitoraggio ed educative. Ma non basta. Tanto è vero che risultano ancora pochi gli investimenti, come incentivi e aiuti, finalizzati alla prevenzione del fenomeno. Il report ricorda che l’Unione europea, nell’ambito della Direttiva sui rifiuti, si è impegnata ad adottare entro il 2030, due obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi di cibo. Come? Attraverso una riduzione del 10% dello spreco durante le fasi di lavorazione e produzione e, per i consumatori e per la vendita al dettaglio, una diminuzione pro capite del 30%.
I responsabili dello spreco lungo la filiera
Come già detto, la responsabilità degli sprechi alimentari è soprattutto delle famiglie che detengono il triste primato con una quota del 55%. In valore assoluto, sulla base di un totale annuo per ogni cittadino di 132 chilogrammi di spreco, i dati Eurostat, pubblicati nel 2024 ed elaborati su quelli del 2022, dicono che:- 72 chilogrammi di cibo vengono gettati via entro le mura domestiche
- 25 chilogrammi si sprecano durante i processi di trasformazione
- 15 chilogrammi è il peso dello spreco generato da ristoranti e servizi
- 11 chilogrammi si perdono durante la fase produttiva
- 10 chilogrammi equivalgono allo spreco derivante dal commercio al dettaglio e dalla distribuzione

L’impatto dello spreco alimentare sull’ambiente
Secondo la Commissione europea, il sistema alimentare nell’Unione europea genera circa il 16% delle emissioni totali di gas serra. Le conseguenze negative si riverberano sull’ambiente, sul clima e sulla biodiversità. In tal senso, il rapporto dell’AEA sottolinea come la riduzione degli sprechi porterebbe anche a una diminuzione delle emissioni, dei consumi di terra e acqua, nonché dei materiali usati lungo la filiera produttiva. Perciò, il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente suggerisce agli Stai membri dell’Unione di attenersi alle linee guida della cosiddetta 'gerarchia dell’uso alimentare', sviluppata dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione europea. Come? Ad esempio, attraverso l’adozione di misure che privilegino la donazione di cibo e la sua trasformazione in mangime per animali rispetto al riciclo. Sempre che, ed è questa la priorità, non si riescano a varare politiche di prevenzione capaci di abbattere lo spreco alimentare già a monte.Buona Pasqua (senza sprechi) da Riciblog
Riciblog vi augura una felice Pasqua e non dimenticate che gli avanzi delle uova di cioccolato possono avere una nuova vita se trasformate in altri sfiziosi dolcetti. Così come la colomba avanzata può assumere nuove ‘sembianze’ ma sempre altrettanto golose e prelibate.
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